Costruire con vetro e luce rispettando gli uccelli
Nel corso degli ultimi secoli sempre più specie di uccelli si sono adattate all’ambiente antropico (inurbamento): il Merlo, ad esempio, fino a 150 anni fa era un timido uccello dei boschi ed oggi rappresenta invece uno dei più tipici “concittadini” dei nostri centri abitati. L’ambiente edificato e le infrastrutture mettono infatti a disposizione una serie di nicchie per il rifugio e la riproduzione della fauna selvatica (Wotton et al., 2002; Morelli et al., 2014), ma allo stesso tempo gli animali selvatici devono fronteggiare una gamma di ostacoli di origine antropica, che possono provocare intrappolamenti e traumi, fino a determinarne il decesso, come nel caso specifico le superfici vetrate.
Come noto, gli uccelli si spostano e si orientano anche grazie alla vista; i loro occhi sono ben sviluppati e indispensabili alla loro sopravvivenza. Nella maggior parte delle specie questi sono posti sul capo in posizione laterale, consentendo così ampio angolo visivo (visione grandangolare): in questo modo infatti sono in grado di accorgersi molto velocemente dell’avvicinarsi di un nemico o, più semplicemente, della presenza di un cospecifico o una preda. Lo svantaggio tuttavia è che solo un angolo relativamente piccolo del campo visivo viene coperto da ambedue gli occhi, limitando di molto la visione stereoscopica e, di conseguenza, la percezione della profondità di campo.
Tali caratteristiche rendono pertanto gli uccelli i dominatori incontrastati dell’aria solo in campo aperto: gli ostacoli sono sempre ben visibili e vengono evitati con semplicità e destrezza; in contesto urbano, al contrario, la situazione muta radicalmente esponendo questi animali a innumerevoli pericoli, trappole ed ostacoli di origine antropica.
Tra questi, tra i più comuni, certamente vi sono finestre e pannelli in vetro/plexiglas installati su edifici, sia trasparenti che riflettenti, ed i pannelli fonoisolanti trasparenti lungo le infrastrutture di trasporto (autostrade, strade, ferrovie) che costituiscono appunto una minaccia molto grave, in quanto gli uccelli talvolta non sono in grado di percepirli. Alcuni studi effettuati in Italia, lungo strade e autostrade, hanno portato a valutare una mortalità di oltre 800 uccelli morti/anno per km lineare di pannelli fonoisolantitrasparenti (Capitani et al., 2007; Campedelli et al.,2014, Galuppo & Borgo, 2006; Costa, 2012).
In generale due sono le caratteristiche delle pareti in vetro all’origine delle collisioni:
1. TRASPARENZA: la causa più conosciuta di collisione in volo con il vetro è la sua trasparenza. Gli uccelli vedono attraverso una facciata in vetro un albero, il cielo o un paesaggio da cui sono attratti e si dirigono verso questi obiettivi con un volo diretto, colpendo così la lastra; il pericolo è tanto più grande quanto più trasparente ed estesa è la facciata in vetro.
2. RIFLESSI: altro fenomeno sono i riflessi: a seconda del tipo di lastra e della sua inclinazione, gli elementi caratterizzanti il paesaggio ad essa attigui possono venire riflessi in maniera più o meno marcata. Se su una parete di vetro si specchiano un parco cittadino o, più semplicemente un albero, ad un uccello sembrerà di vedere un attraente spazio vitale e vi si dirigerà in volo senza rendersi conto che si tratta solo di un’immagine riflessa.
Attenzione quindi alle superfici in vetro che spesso possono diventare una trappola mortale per i nostri “concittadini con le ali”.